Il Miracolo della Luce del Sole e della Misericordia Divina - Bhaktivedanta Ashrama (23 Luglio 2010).
Siamo nel Tempio di fronte a Divinità meravigliosamente vestite. Shrila Gurudeva ci legge e commenta dallo Shrimad Bhagavatam, canto XI, capitolo 26. Dalle pagine del Bhagavatam e dalla bocca di loto di Shrila Gurudeva ascoltiamo insegnamenti bellissimi, che penetrano nel profondo. Anche solo uno di questi, se interiorizzato e messo in pratica con coerenza, potrebbe salvarci e renderci felici.
Shri Krishna rivolge ad Uddhava seguenti parole:
Questi shloka sono decisamente vivificanti e nutrienti spiritualmente, ci dice Shrila Gurudeva. La luce del sole, che ormai si è alzato nel cielo, penetra dalle finestre e Shrila Gurudeva inizia a raccontarci ciò che segue: “Ieri l'altro sul mare, mentre cantavo la sacra Gayatri mantra osservando il sole, cercavo quanto più possibile di entrare nello spirito del sole, nella sua misericordia, nell'essenza del servizio che rende ad ogni creatura,"il pianeta che mena dritto altrui per ogni calle", e questa meditazione ha prodotto in me una vicinanza estrema a questo bellissimo astro; in quell'occasione ho visto quello che anche altre volte avevo visto ma questa volta con occhi nuovi. Ho visto i raggi dorati del sole, i suoi riflessi persistenti nell'acqua calma. Anche questa volta, come chissà quante altre volte, ho notato che sembrava che il sole fosse diretto proprio verso di me. Ma questa indubbiamente, rispetto agli altri momenti già vissuti, è stata un'esperienza speciale. Ho pensato al veggente del Rig Veda che ha rivelato la sacra Gayatri, meditando sul divino astro del sole che illumina ogni esistenza. Chiunque guardi al sole, lo vede sempre rivolto verso di sé. Ed è questa la sua grandezza. Il sole non è esclusiva di nessuno. La sua forza, luce, vitalità, calore sono a beneficio di ogni creatura. E così è il Guru: non è proprietà esclusiva di nessuno; i suoi insegnamenti hanno valore per tutti e a tutti sono rivolti. Così come lo sono gli insegnamenti universali degli Shastra. Se abbiamo questa consapevolezza, possiamo cogliere ovunque la Sapienza e l'Amore e condividerle con tutti. Per sviluppare tutte le potenzialità dell'essere umano e la pura visione spirituale, occorre ricevere la Misericordia di Dio e questo è possibile ricevendo la Misericordia del Maestro spirituale e dei devoti. Ma chi ci dà gli occhi per capire chi sono i devoti? Sono gli Shastra che ci permettono di riconoscere il Guru e i devoti. Gli Shastra sono gli occhi attraverso i quali possiamo percepire la vita e la sua essenza spirituale, che in questo modo possiamo riuscire a testimoniare noi stessi, in prima persona. Attraverso questa sperimentazione diretta, la fiducia nella realtà descritta negli Shastra diventa fede realizzata, solida e capace di resistere alle tante prove della vita. L'anima possiede in sé perfetta visione, ma nello stato di coscienza condizionata questa visione risulta inaccessibile a colui che si è identificato con la mente e la cui percezione è oscurata da maya, dall'energia esterna del Signore. Chi si dedica a Dio invocando la Sua Grazia vede semplificarsi e accelerarsi il suo percorso spirituale. La Misericordia divina sbaraglia tutti gli ostacoli: condizionamenti, blocchi, tendenze distruttive, apatia. E la Misericordia divina la si ottiene facilmente quando siamo impegnati in devotional service, diceva Shrila Prabhupada pronunciando queste due parole con maestà e solennità. Era la sua traduzione del concetto di Bhakti Yoga. Scendendo su di noi, la Misericordia divina ci illumina, ci dà la visione e ci permette di evitare gli ostacoli che si presentano sotto forma di azioni, parole, pensieri e desideri distruttivi. I devoti, poiché aspirano sempre e unicamente alla perfezione, si purificano in ogni istante, anche quando vengono offesi o insultati. Non importa quel che succede, che sia piacevole o meno, l'importante è utilizzare tutto per avanzare spiritualmente. Chi ha questa consapevolezza vede tutto in Dio e Dio in tutto, in ogni essere, in ogni evento, in ogni crisi. Nella Bhagavad-gita (V.18) Shri Krishna dice: Il saggio è colui che vede ogni creatura con occhio equanime. Equanime non significa “uguale”. Infatti, con ognuno il saggio si rapporta in maniera diversa a seconda del livello di sviluppo che ciascuno ha, ma allo stesso tempo egli vede tutti, anche gli animali, nella loro natura originaria di anime spirituali eterne. Con questa visione non possono sussistere paura, risentimento, rancore, astio, odio. Solo l'Amore alberga in chi ha un cuore puro.
Siamo nel Tempio di fronte a Divinità meravigliosamente vestite. Shrila Gurudeva ci legge e commenta dallo Shrimad Bhagavatam, canto XI, capitolo 26. Dalle pagine del Bhagavatam e dalla bocca di loto di Shrila Gurudeva ascoltiamo insegnamenti bellissimi, che penetrano nel profondo. Anche solo uno di questi, se interiorizzato e messo in pratica con coerenza, potrebbe salvarci e renderci felici.
Shri Krishna rivolge ad Uddhava seguenti parole:
"Come il freddo, la paura e l'oscurità si dissolvono per chi si avvicina al fuoco del sacrificio,
così l'indolenza, la paura e l'ignoranza vengono distrutte in chi si dedica a servire i devoti del Signore.
I devoti del Signore, serenamente e stabilmente situati nella conoscenza assoluta,
sono il rifugio ultimo di coloro che stanno annegando nello spaventoso oceano dell'esistenza materiale.
Questi devoti sono simili a robusti vascelli che vengono a salvare coloro che stanno affogando in quelle tempestose acque.
Come il cibo è vita per tutte le creature, come io sono il rifugio ultimo di chi soffre, e come la religione è la ricchezza di coloro che stanno lasciando questo mondo, così i miei devoti sono l'unica salvezza per chi ha paura di cadere in una condizione di esistenza miserabile.
I santi conferiscono occhi divini [capaci di vedere oltre le apparenze],
mentre il sole permette di vedere solo esternamente e soltanto quando è sorto nel cielo.
I miei devoti sono per tutti le vere Divinità degne di adorazione e la vera famiglia.
Sono il sé individuale e in ultima analisi non sono differenti da Me".
[Shrimad Bhagavatam XI.26.31- 34]
così l'indolenza, la paura e l'ignoranza vengono distrutte in chi si dedica a servire i devoti del Signore.
I devoti del Signore, serenamente e stabilmente situati nella conoscenza assoluta,
sono il rifugio ultimo di coloro che stanno annegando nello spaventoso oceano dell'esistenza materiale.
Questi devoti sono simili a robusti vascelli che vengono a salvare coloro che stanno affogando in quelle tempestose acque.
Come il cibo è vita per tutte le creature, come io sono il rifugio ultimo di chi soffre, e come la religione è la ricchezza di coloro che stanno lasciando questo mondo, così i miei devoti sono l'unica salvezza per chi ha paura di cadere in una condizione di esistenza miserabile.
I santi conferiscono occhi divini [capaci di vedere oltre le apparenze],
mentre il sole permette di vedere solo esternamente e soltanto quando è sorto nel cielo.
I miei devoti sono per tutti le vere Divinità degne di adorazione e la vera famiglia.
Sono il sé individuale e in ultima analisi non sono differenti da Me".
[Shrimad Bhagavatam XI.26.31- 34]
Questi shloka sono decisamente vivificanti e nutrienti spiritualmente, ci dice Shrila Gurudeva. La luce del sole, che ormai si è alzato nel cielo, penetra dalle finestre e Shrila Gurudeva inizia a raccontarci ciò che segue: “Ieri l'altro sul mare, mentre cantavo la sacra Gayatri mantra osservando il sole, cercavo quanto più possibile di entrare nello spirito del sole, nella sua misericordia, nell'essenza del servizio che rende ad ogni creatura,"il pianeta che mena dritto altrui per ogni calle", e questa meditazione ha prodotto in me una vicinanza estrema a questo bellissimo astro; in quell'occasione ho visto quello che anche altre volte avevo visto ma questa volta con occhi nuovi. Ho visto i raggi dorati del sole, i suoi riflessi persistenti nell'acqua calma. Anche questa volta, come chissà quante altre volte, ho notato che sembrava che il sole fosse diretto proprio verso di me. Ma questa indubbiamente, rispetto agli altri momenti già vissuti, è stata un'esperienza speciale. Ho pensato al veggente del Rig Veda che ha rivelato la sacra Gayatri, meditando sul divino astro del sole che illumina ogni esistenza. Chiunque guardi al sole, lo vede sempre rivolto verso di sé. Ed è questa la sua grandezza. Il sole non è esclusiva di nessuno. La sua forza, luce, vitalità, calore sono a beneficio di ogni creatura. E così è il Guru: non è proprietà esclusiva di nessuno; i suoi insegnamenti hanno valore per tutti e a tutti sono rivolti. Così come lo sono gli insegnamenti universali degli Shastra. Se abbiamo questa consapevolezza, possiamo cogliere ovunque la Sapienza e l'Amore e condividerle con tutti. Per sviluppare tutte le potenzialità dell'essere umano e la pura visione spirituale, occorre ricevere la Misericordia di Dio e questo è possibile ricevendo la Misericordia del Maestro spirituale e dei devoti. Ma chi ci dà gli occhi per capire chi sono i devoti? Sono gli Shastra che ci permettono di riconoscere il Guru e i devoti. Gli Shastra sono gli occhi attraverso i quali possiamo percepire la vita e la sua essenza spirituale, che in questo modo possiamo riuscire a testimoniare noi stessi, in prima persona. Attraverso questa sperimentazione diretta, la fiducia nella realtà descritta negli Shastra diventa fede realizzata, solida e capace di resistere alle tante prove della vita. L'anima possiede in sé perfetta visione, ma nello stato di coscienza condizionata questa visione risulta inaccessibile a colui che si è identificato con la mente e la cui percezione è oscurata da maya, dall'energia esterna del Signore. Chi si dedica a Dio invocando la Sua Grazia vede semplificarsi e accelerarsi il suo percorso spirituale. La Misericordia divina sbaraglia tutti gli ostacoli: condizionamenti, blocchi, tendenze distruttive, apatia. E la Misericordia divina la si ottiene facilmente quando siamo impegnati in devotional service, diceva Shrila Prabhupada pronunciando queste due parole con maestà e solennità. Era la sua traduzione del concetto di Bhakti Yoga. Scendendo su di noi, la Misericordia divina ci illumina, ci dà la visione e ci permette di evitare gli ostacoli che si presentano sotto forma di azioni, parole, pensieri e desideri distruttivi. I devoti, poiché aspirano sempre e unicamente alla perfezione, si purificano in ogni istante, anche quando vengono offesi o insultati. Non importa quel che succede, che sia piacevole o meno, l'importante è utilizzare tutto per avanzare spiritualmente. Chi ha questa consapevolezza vede tutto in Dio e Dio in tutto, in ogni essere, in ogni evento, in ogni crisi. Nella Bhagavad-gita (V.18) Shri Krishna dice: Il saggio è colui che vede ogni creatura con occhio equanime. Equanime non significa “uguale”. Infatti, con ognuno il saggio si rapporta in maniera diversa a seconda del livello di sviluppo che ciascuno ha, ma allo stesso tempo egli vede tutti, anche gli animali, nella loro natura originaria di anime spirituali eterne. Con questa visione non possono sussistere paura, risentimento, rancore, astio, odio. Solo l'Amore alberga in chi ha un cuore puro.
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