14 dicembre 2009

Racconti in diretta: Realizzazioni, esperienze, riflessioni spirituali.

Napoli, 11 Dicembre 2009.
Andiamo a visitare con Shrila Gurudeva il museo nazionale di Capodimonte, all'interno dell'omonima Reggia costruita verso la metà del diciottesimo secolo per Carlo di Borbone, re di Napoli.All'interno sono ospitate le Gallerie Nazionali di Capodimonte, una delle più importanti pinacoteche d'Italia. Vi sono custodite opere straordinarie di Raffaello, Caravaggio, Simone Martini, Masaccio, Tiziano e altri grandi che hanno scritto alcune pagine tra le più importanti della storia dell'arte. Con Shrila Gurudeva anche l'arte e la storia diventano strumento di riflessione sul senso della vita, per rafforzare il desiderio di ricollegare l'umano al Divino. In alcuni dipinti di Jackes De Backer (1570) vediamo raffigurate l'invidia, la superbia, l'accidia e la lussuria. Una donna che ha serpenti al posto dei capelli e che mangia alla gente il cuore: è l'invidia. La superbia schiaccia, fagocita, calpesta oggetti e persone. Il degrado impera nell'accidia: una rete che avvolge, chiude, paralizza. Nella lussuria trionfa il vizio che travolge ogni virtù: qui l'illusione esplode, s'impone, fa perdere il senso, la ragione. I commenti di Shrila Gurudeva illuminano la nostra comprensione, ci insegnano ad utilizzare il dizionario del mondo spirituale per leggere e capire questo mondo, le opere degli uomini, i fatti della storia. Nella “Parabola dei Ciechi” di Peter Bruegel vediamo raffigurato un concetto che Shrila Prabhupada esprime nei suoi libri: uomini che seguono false guide sono come ciechi che si lasciano guidare da altri ciechi; la loro fine è cadere a terra, piegati, i volti lacerati dal dolore. Nei grandi dipinti di Luca Giordano vediamo scene buie di degradazione e visioni illuminate di saggezza, speranza, liberazione. L'eterno dilemma dell'essere umano è raffigurato nel dipinto del Carraccio: “Ercole al Bivio”. La virtù esorta Ercole ad andare verso l'alto e gli offre come guida i testi sacri, mentre la lussuria lo chiama verso il basso e gli propone inganni, maschere da indossare. Originariamente anche l'arte, come la religione, la filosofia e la scienza, era considerata una via per realizzare la verità oltre l'illusione, l'essenza oltre le forme, la bellezza che è celata nel cuore. Shrila Gurudeva ci rivela la vera Arte, ci insegna a rendere ogni esperienza strumento di evoluzione.

Napoli, 12 Dicembre 2009.
Inizia il Seminario “Yoga come Arte di Vivere”. E' una ricchezza portare questo tema tra la gente che soffre, che si ammala, che si sforza per mantenere buone relazioni, che si sente disorientata e, non sapendo, rincorre illusioni. L'arte dello Yoga è l'arte di vivere, è la via per giungere alla meta, per realizzare gli obiettivi che ci siamo prefissi: la libertà, la felicità, l'amore. Quante persone arrancano nel cammino della vita. L'esistenza incarnata è costellata di imprevisti e crisi. Queste crisi non sono disgrazie: sono occasioni di crescita se solo le sappiamo affrontare con attitudine costruttiva. Shrila Gurudeva offre insegnamenti pratici su come far luce nel nostro archivio segreto: l'inconscio, il karmashaya, dove viene registrata ogni nostra esperienza: azione, parola, pensiero, desiderio, emozione. Qui si determina il nostro presente, si forgia il nostro futuro. Come entrare in profondità nell'inconscio? Attivando una diversa modalità di pensiero rispetto a quella propria del pensiero automatico. C'è gente che nasce e muore senza aver mai sperimentato il pensiero non automatico, libero da condizionamenti. Nasce e muore schiava di automatismi. Lo Yoga della Bhakti insegna ad osservare con distacco la propria mente, aiuta a destrutturare condizionamenti inconsci, ci permette di comprendere i bisogni della psiche e del corpo e di armonizzarli con quelli dell'anima. Dopo il prasada piacevolmente condiviso con i partecipanti al Seminario, ci dedichiamo nel pomeriggio ad un'esperienza di visualizzazione meditativa. Come vorrei essere. Come vorrei vivere. Shrila Gurudeva evoca immagini che ci ristorano, che ci permettono di vedere soluzioni finora mai viste. Prima che scivolino nell'inconscio, fissiamo queste immagini nel giardino della memoria, affinché possiamo rievocarle nel momento del bisogno. Seduti in cerchio, impariamo a percepirci diversi dal corpo, diversi dai pensieri angoscianti che ci assillano. Abbiamo un corpo ma non siamo il corpo. Abbiamo una mente ma non siamo la mente. Siamo davanti al mare, su di una scogliera, e visualizziamo come vorremmo vivere, come desideriamo essere. Il sole, le onde, le immagini più care che ci pervadono e arrivano fino al cuore. Leggerezza, pace, liberazione, solidarietà, equilibrio, calore, benessere, liberazione: scrive una ragazza seduta accanto a me che ho conosciuto sofferente per la morte del padre avvenuta qualche anno fa e che per la prima volta partecipa ad un Seminario di Shrila Gurudeva. Testimoniamo un altro dei piccoli grandi miracoli che accompagnano la diffusione del potente e meraviglioso messaggio della Bhakti.

Napoli, 13 Dicembre 2009.
Andiamo a fare una passejapa nella Villa Floridiana. Il panorama che vediamo è bellissimo: la costa amalfitana, Posillipo, Capri, il vulcano Vesuvio che impera su Napoli, riflessi d'oro e d'argento sull'acqua. Vediamo una barca che solca il mare. La scia che apre nell'acqua è illuminata dai tiepidi riflessi di un sole invernale. Il pensiero va alla scia luminosa che il Maestro ci apre nell'oceano del samsara: seguirla ci permette di raggiungere la sponda della consapevolezza, dell'immortalità, della beatitudine. Noi vogliamo seguire quella scia. Il tempo scorre. Alle 10.30 abbiamo dato appuntamento ai partecipanti al Seminario di ieri per proseguire con un programma di domande e risposte. Dobbiamo andare. “Il tempo non si ferma, e i nostri corpi non smettono di consumarsi”, dice Shrila Gurudeva a bassa voce mentre riprendiamo la via del ritorno. Poche parole che ci riportano alla realtà dell'esistenza incarnata. Realizziamo ancora di più la sacralità, l'unicità, la preziosità indicibile dei momenti vissuti alla presenza del Maestro, che ci indica la luminosa via dell'Amore. Ce la mostra, la spiega, la percorre lui stesso e ci avvolge di luce e di ispirazione con il suo comportamento. La gratitudine e l'affetto riempiono il cuore e dal cuore dilagano, dentro e fuori di noi. Nella sala della cara devota che ci ospita ci raccogliamo in un bhajan. Sono arrivate le persone che ieri abbiamo invitato. “Questo mondo non è scollegato dal sovrammondo. La famiglia, il lavoro, la salute, le relazioni, persino la politica: niente è sconnesso dalla dimensione spirituale. Non c'è niente in questo mondo che non possa essere utilizzato per la realizzazione spirituale. Lo spirito dobbiamo calarlo sulla terra e la terra dobbiamo ricongiungerla al cielo”. Così Shrila Gurudeva inizia a parlare e prosegue descrivendo i quattro principali obiettivi dell'essere umano: i catur purushartha, che culminano nell'Amore. L'Amore, la Bhakti, è la quintessenza, è l'unico vero obiettivo da raggiungersi nella vita. É il param gati: la meta suprema (Bhagavad-gita XVIII.54). Come si pratica e a cosa serve la disciplina della Bhakti? La pratica della Bhakti produce anartha nivritti, la destrutturazione dei condizionamenti, sviluppa attrazione per la Realtà, gusto per la vita spirituale, affetto intenso e infine Amore per Dio e per tutti gli esseri. Un Amore che si irradia. Tante domande e tante risposte si susseguono: il perdono, la genetica, la voce interiore, il distacco emotivo, la compassione. Una madre chiede a proposito del figlio che soffre. Lei non riesce a gestire questa sofferenza, ma le parole che ascolta le permettono di intravedere una soluzione. Affiora la speranza, scintilla una luce oltre il tunnel. Sono le 13.30. Anche se le domande sarebbero ancora molte, dobbiamo prendere prasada e poi partire per tornare in Toscana. Finita la lezione una signora che ci ha conosciuto oggi per la prima volta si avvicina a Shrila Gurudeva: “La ringrazio: mi ha fatto vivere momenti come non li vivevo da lungo tempo. Sono finalmente riuscita a rilassarmi, a sentire un'armonia interiore. Ho sentito enorme giovamento. Espressioni di soddisfazione che giungono con naturalezza e portano luce nel cuore. Dopo il prasada salutiamo i cari devoti che ci hanno ospitato e ci rimettiamo in viaggio. Shri Sankirtana yajna, ki jay! Shrila Gurudeva, ki jay!

11 dicembre 2009

Racconti in diretta: Realizzazioni, esperienze, riflessioni spirituali.

Lecce, 8 Dicembre 2009.
Al mattino ci raccogliamo in meditazione. Il Maha-mantra Hare Krishna risuona per la prima volta nelle orecchie dei partecipanti al Seminario. Alcuni di loro stanno continuando a seguirci nei nostri programmi. Si stanno affezionando. Il Seminario prosegue...Cantiamo la laude di Bhaktivinoda Thakur rivolta al devoto del Signore: “Ohe Vaishnava Thakur”. Shriman Matsyavatara Prabhu ci spiega il suo significato. “L'abbandono a Shri Shri Guru e Krishna è una pratica basilare, indispensabile per poter avanzare spiritualmente. Per l'essere umano sembra che ciò sia la cosa più difficile da fare. Sembra che si preferisca morire piuttosto che abbandonarsi, come se l'ego fosse più importante della vita stessa. Ma cosa ha di tanto importante l'ego? Se lo analizziamo con lucidità, scopriamo che esso non è altro che un insieme di scelte arbitrarie con le quali la persona si identifica. Come se voi vedeste un nucleo luminoso che è la vera persona, attorno al quale ci sono oggetti fluttuanti (nella psiche) e l'io si identifica non con il nucleo ma con questi contenuti effimeri. Il soggetto non ha a che vedere con essi, se non nella misura in cui il sole ha a che vedere con il suo riflesso nell'acqua. Noi siamo e rimaniamo, mentre quel riflesso non è e non resta. Una bolla che prima o poi scoppia: così è l'ego. Dunque cosa vuol dire abbandonarsi? Significa abbandonare un'illusione ed entrare in contatto con la nostra reale natura. Siamo esseri spirituali fatti per amare ed essere amati, e il nostro partner privilegiato è Dio, attraverso il Quale si può amare chiunque nell'universo e l'universo stesso. Quando voltiamo le spalle a Dio e al Suo amore, usciamo dalla realtà ed entriamo nel vortice delle apparenze. Se vogliamo tornare in contatto con la Realtà, la via regia è ristabilire la nostra relazione con Dio. E tra tutte le vie di ricongiunzione o comunione con il Supremo l'amore è la privilegiata, quella che eccelle su tutte le altre. Lo scopo della nostra vita è ricongiungersi al Signore e diventare recipienti dell'Amore divino. Gli innamorati di Dio ci trasmettono e ci insegnano questo Amore, come in primis fa il Guru: colui che amorevolmente ci guida, ci corregge, ci illumina, ci perdona quando sbagliamo. La sua caratteristica principale è la compassione, karuna. Attraverso il Guru e i devoti del Signore possiamo ricevere la Grazia divina per poter avere la forza di ricongiungerci al Supremo. Coloro la cui buddhi è sempre collegata a Dio sperimentano un flusso costante di ispirazione di cui diventano tramiti: prendono l'ispirazione dall'alto e la portano in basso. Si costituisce così un ponte tra terra e cielo. La terra può diventare bella come il cielo se noi viviamo in terra con la coscienza di cielo. E ciò è possibile se non perdiamo l'ispirazione. Il segreto del successo è diventare capaci di ricevere la Misericordia, trattenerla e donarla agli altri”. Shrila Gurudeva ci dona bellissimi insegnamenti sulla Misericordia divina. Ci porta luce e speranza nel cuore.

Lecce, 9 Dicembre 2009.

Siamo nel tempio. Cantiamo la preghiera “Gurudeva” di Bhaktivinoda Thakur: qui troviamo la corretta disposizione d'animo per iniziare ogni giornata e per vivere l'intera vita. É una disposizione d'animo che va rinnovata ogni giorno. Shriman Matsyavatara Prabhu ci offre insegnamenti importanti sui presupposti della vita iniziatica. “Coloro che desiderano intraprendere la vita iniziatica, dovrebbero capire l'importanza del programma spirituale del mattino: mangala aratika è la centralità della nostra vita spirituale, è ciò che ci permette di mantenere vivo il nostro desiderio di realizzazione spirituale, è uno degli strumenti principali per far crescere la pianticella della Bhakti: bhakti lata bija, come spiega Shri Caitanya Deva nei Suoi insegnamenti a Rupa Gosvami. Se il bhakta non è esperto, la giovane pianticella della Bhakti viene soffocata dalla erbe infestanti dei condizionamenti: se non vengono estirpate giorno per giorno, esse uccidono la nostra Bhakti. Come curarla e come proteggerla? Mangala aratika è indispensabile. Alzarsi presto al mattino, lavarsi accuratamente, mettersi vesti pulite dedicate alle funzioni religiose, offrire preghiere al Signore, offrirGli adorazione, invocare i Santi Nomi, leggere le sacre Scritture e ascoltare i commenti del Maestro spirituale e di devoti avanzati spiritualmente. L'avanzamento spirituale si misura in termini di coerenza, continuità della pratica, devozione e dedizione. La Bhakti è una tendenza spontanea dell'anima, ma per farla emergere, per farla fiorire, occorre seguire una sadhana rigorosa, altrimenti non riusciremo a rompere le catene della coazione karmica. La consapevolezza di ciò è fondamentale per coloro che sono discepoli e per coloro che desiderano diventarlo. Si può servire Shri Krishna in tanti modi diversi, ma il comune denominatore di tutte le varie forme di sacra seva è un'ottima sadhana personale. La pratica della Bhakti è il nostro “legno che varca cantando”. É un'impresa affascinante, bellissima, ma occorre tutto il nostro impegno. L'iniziazione spirituale non è un punto di arrivo, è il varo della nostra nave, del nostro vascello della Bhakti. La fede in Dio è una componente dell'anima, ma può illuminarsi e diventare potente fino a muovere le montagne oppure, se uno commette offese, può sgretolarsi, andare in frantumi fino a ridursi quasi a zero. La fede cresce o diminuisce a seconda di come noi ci comportiamo. Se non siamo sostenuti da una sadhana continua e rigorosa, i condizionamenti e la sofferenza ci sommergono”. Durante la giornata Shrila Gurudeva incontra varie persone. Tra queste mi colpisce in particolar modo una signora che con spontaneo entusiasmo dice a Shrila Gurudeva: “In quanti posti sono entrata per sentire anche solo una parola di quelle che tu hai detto in questi giorni, ma sono sempre rimasta delusa. Da te finalmente ho sentito dire quello che desideravo ascoltare da tanto tempo”. Sono parole che scorrono da anima ad anima.

Lecce - Napoli, 10 Dicembre 2009.

Al mattino presto partiamo da Lecce per Napoli. Si è conclusa la prima parte del viaggio. Commossi salutiamo i devoti e li ringraziamo per la loro ospitalità, per il loro calore, per la loro devozione, per il servizio che hanno reso a Shrila Gurudeva. Il viaggio prosegue. Mentre corriamo sulla strada vediamo nel cielo un grande stormo di uccelli: volano tutti assieme, uniti si librano nell'aria. L'un l'altro si fanno forza, volano verso una comune meta. Anche noi desideriamo librarci in alto, salire sulle nuvole, scavalcare la volta del cielo e raggiungere il sole. E' questo il nostro viaggio. Il sole fa capolino da una nuvola, il mare ci accompagna. La Natura ci parla del Suo Creatore. Nel pomeriggio Shrila Gurudeva tiene una Conferenza nella Sala neorinascimentale dedicata allo scultore Vincenzo Gemito, che si trova di fronte al Museo archeologico nazionale di Napoli, uno dei più importanti d'Europa. “Yoga come Arte di Vivere”. “Lo Yoga serve a curare sbalzi di umore, a sanare ferite psicologiche, ma anche a molto di più. Il fine dell'uomo è la felicità, e lo Yoga aiuta a raggiungere questo scopo. Lo Yoga ci permette di sperimentare quella gioia che non dipende da cose esteriori, che è ben diversa dall'euforia effimera dei sensi. Per poter realizzare ciò occorre ritrovare il nostro fulcro, la nostra centratura, e ciò è possibile solo ricollegandoci al Divino. Nella Bhagavad-gita, uno dei testi più autorevoli della tradizione indovedica, lo Yoga è spiegato nel suo significato di "ricongiunzione". Si ricongiunge l'io individuale soggettivo al Sè cosmico, a Dio. La suprema ricongiunzione è nella forma dell'Amore: Bhakti-Yoga.” Shrila Gurudeva prosegue spiegando la differenza tra il sé e l'ego, tra l'essere spirituale e l'io storico. “Quando la distanza tra l'io e il sé aumenta, l'essere diventa sempre più alienato. Anche se conquistasse un impero economico sarebbe sempre più povero. Anche conseguisse tutto il sapere, sarebbe il più ignorante e il più infelice. Anche se avesse tutto il potere, si sentirebbe comunque un miserabile”. Vengono spiegate le conseguenze dell'allontanamento tra l'io reale e l'io immaginario, ed anche cosa succede quando l'io e il sé si riavvicinano fino ad integrarsi ed armonizzarsi. Ci viene rivelata la bellezza della ricongiunzione attraverso l'Amore, in cui tutto ritrova senso, unità, scopo, valore. Le persone sono assorte in un ascolto che ravviva, vivifica, dà speranza e direzione alla nostra vita nel mondo.

10 dicembre 2009

Racconti in diretta: Realizzazioni, esperienze, riflessioni spirituali.

Lecce, 6 Dicembre 2009.
Siamo a Lecce, ospiti di alcuni cari devoti che hanno organizzato per Shriman Matsyavatara Prabhu alcune conferenze pubbliche, incontri devozionali e un seminario sul tema “Pensiero, Azione, Destino”. Oggi è il giorno dedicato al Seminario, che è iniziato ieri pomeriggio. E' il primo Seminario che il nostro Maestro tiene a Lecce. Siamo a Palazzo Turrisi, un palazzo storico del XVII secolo nel centro storico della città, per approfondire la scienza del pensare ed altri insegnamenti finalizzati al risveglio della Bhakti, l'amore puro per Dio e per ogni creatura. É una giornata limpida, con un tiepido sole invernale che riscalda i corpi e illumina le menti. Vi offro con gioia alcuni degli insegnamenti che ascolto e che più mi colpiscono. “Con il nostro campo psico-emotivo pervadiamo l'ambiente attorno a noi e lo influenziamo. La nostra mente dà forma, suono, colore a tutto quel che percepiamo: cose, luoghi, persone, esperienze. La realtà che si rivela ai nostri occhi è solo quella che la mente e i sensi ci permettono di percepire. I limiti che percepiamo sono quelli imposti dalla nostra mente. L'antica saggezza dei rishi vedici e lo Yoga della Bhakti insegnano conoscenze e metodi per la purificazione dei contenuti psichici consci e inconsci, descrivendo le componenti bio-psico-spirituali dell'essere ed aprendo ad una visione cosmica e teleoscopica della vita e del progetto universo. L'essere umano è fatto per conseguire uno scopo. Se si rinnegasse questo scopo o se si sbagliasse nell'identificare lo scopo di valore da raggiungere, l'insoddisfazione e la sindrome depressiva diventerebbero così forti e insostenibili che si attiverebbe immediatamente una pulsione di morte, con la conseguente tendenza inconscia a costruire piani suicidari. È dunque quanto mai fondamentale riuscire a ben definire lo scopo esistenziale che vogliamo conseguire affinché sia veramente corrispondente alle nostre più profonde e ideali aspirazioni: quelle dell'anima. Se impariamo a raccoglierci in noi stessi, nell'essenza, attraverso la preghiera, la meditazione, l'ispirazione e l'intuizione spirituale, potremo fare scelte che saranno veramente le nostre e delle quali non ci pentiremo mai. Perché saremo entrati in contatto con il nostro nucleo, con la cifra essenziale di noi stessi che è la coscienza, il sé spirituale, l'atman, ritrovando la nostra capacità di contestualizzarci nell'universo. Potremo così percorrere la via celeste dell'evoluzione che ci porta in cieli virginali, in prati di smeraldo, avvolti da quella gioia profonda che non dipende da ciò che è esterno ma che sgorga direttamente dal cuore. E' la gioia dell'anima di cui parlano i mistici di tutte le grandi tradizioni spirituali”. Shrila Gurudeva spiega ai partecipanti al Seminario la composizione dell'essere umano: il corpo grossolano (sthula sharira), il corpo sottile (linga sharira), i cinque involucri della personalità (panca kosha), i sette livelli di percezione o bhumi. “Quando la buddhi o intelletto è collegato al purusha, al sé spirituale (Bhagavad-gita II.50), si attiva la funzione trascendente e si realizza la nostra natura più intima di atman. Abbiate coscienza che nessuna forza nell'universo lavora contro di noi. Tutto l'universo tende alla nostra evoluzione, opera per la nostra liberazione, affinché si possa superare ogni ostacolo che ci trattiene a terra, in pensieri automatici, in gabbie psichiche che generano sofferenza, chiusura, buio della coscienza. Abbiamo immense potenzialità di realizzazione, ma per renderle effettive è importante agire in armonia con le forze dell'universo”. Il Seminario prosegue evidenziando la forza terapeutica della meditazione e della parola sacra (vac), il mantra che “libera la mente” dai contenuti involuti, contaminati, e illumina la coscienza. Shrila Gurudeva collega gli insegnamenti antichi dello Yoga della Bhakti alle moderne scoperte scientifiche, ad esempio quella dell'Accademia di Scienze Russe sulla capacità della parola di modificare il DNA. “Gli insegnamenti spirituali, come quelli trasmessi dalle antiche narrazioni puraniche, veicolano immagini, emozioni, pensieri, valori che possono correggere alla radice tendenze inconsce patologiche che rovinano la vita, non solo a noi ma anche alle persone che ci stanno accanto. Le tecniche utilizzate non sono psicoterapeutiche: esse traggono forza e ispirazione dalle dimensioni più elevate della coscienza, quelle che sono oltre i limiti della psiche, che costituiscono la nostra vera natura e alle quali si può attingere attraverso il raccoglimento, la meditazione e un'azione gioiosamente offerta a Dio per l'evoluzione di ogni essere. Il fine della nostra vita è la realizzazione spirituale. Più ci realizziamo più diventiamo gioiosi, perché la nostra natura è la felicità (ananda). Non potremo mai essere felici se non realizziamo noi stessi”. Le persone sono sempre più ispirate. Già rispetto a ieri possiamo vedere quanto si siano aperte, quanto maggiormente siano ricettive, partecipi, desiderose di far propri gli insegnamenti che ricevono. Le loro domande permettono di approfondire la connessione tra pensieri ed emozioni, l'atman come sorgente energetica di tutte le funzioni psicofisiche, le principali tecniche di visualizzazione meditativa. Il tempo scorre velocemente. É già ora di pranzo. Offriamo ai partecipanti Bhagavata Prasada e rispettiamo tutti assieme, seduti in cerchio. Si hanno scambi vivaci, genuini, ispiranti. Il pomeriggio prosegue con una bellissima esperienza di Visualizzazione meditativa. Questa pratica svela nei cuori alcuni segreti dell'immaginazione attiva e di quella speciale modalità del pensiero tradizionalmente definita dhyana, che è ben al di sopra del pensiero ordinario. Ne possiamo sperimentare i frutti in termini di intuizioni, emozioni, visioni, sogni, realizzazioni. Emergono alla coscienza immagini e sentimenti che offrono ai nostri problemi soluzioni che prima d'ora mai avevamo intravisto. Questo nostro stare assieme è dolce, costruttivo, illuminante. Alla fine del Seminario concordiamo con i partecipanti di proseguire l'esperienza l'indomani, nel pomeriggio, a casa del devoto che ci ospita. Vedremo assieme il video appena uscito dell'evento che si è svolto in Palazzo Vecchio a Firenze su “Il Viaggio di Dante e la Bhagavad-gita” e poi proseguiremo con l'analizzare e dare risposte alle riflessioni che i partecipanti al Seminario hanno scritto durante il laboratorio di gruppo sui seguenti temi: come vorrei essere; qual è l'ostacolo principale alla mia realizzazione. Concludiamo l'intensa e bella giornata con un gioioso bhajan offerto alle Divinità di Shri Shri Radha Gopinath. I colori dei loro abiti, oro e bianco, evocano la maestosità e la purezza del Divino che orienta le nostre vite.

Lecce, 7 Dicembre 2009.

La mattina, dopo il programma spirituale e il canto dei Santi Nomi, andiamo in visita al Castello Carlo V del sec. XVI, maestoso e possente, una fortezza nel cuore della città leccese. Shriman Matsyavatara Prabhu ci ricorda che qui si sono svolti atti turpi, tragedie umane, cospirazioni, soprusi. Visitare questi luoghi ci dà occasione di riflettere su quanto possa degradarsi l'essere umano fino a diventare strumento di violenza persino contro i propri simili. La storia è maestra di vita, come dicevano i latini (historia magister vitae): conoscerla è importante per prevenire errori del passato, per rinnovare il nostro desiderio di purezza, di elevazione, di liberazione. Usciti dal castello, mentre camminiamo tra le vie della città, ci fermiamo ad osservare uno spettacolo bellissimo: un albero con radici possenti, così grandi che assomigliano a quelle di un baniano e che rappresenta un panorama davvero insolito nel pullulare di case, strade, palazzi, insegne di negozi. Mentre osserviamo le possenti radici che affondano nel terreno, esprimiamo nel cuore desideri e preghiere al Signore: "Rendici forti, stabili, irremovibili nell'Amore". Se non si mettono radici non si vola. Il pomeriggio ci incontriamo alle ore 16 con i partecipanti del Seminario per guardare assieme il video dell'evento in Palazzo Vecchio a Firenze su: "Il Viaggio di Dante e la Bhagavad-gita". In seguito proseguiamo con la parte finale del Seminario, quella fuori programma che è stata proposta per permettere ulteriori approfondimenti e che le persone hanno accolto con gioia. Siamo una trentina nella casa del devoto che ci ospita. Esaminiamo una ad una le riflessioni dei partecipanti al Seminario sui seguenti temi: come vorrei essere; qual è il mio ostacolo. Shrila Gurudeva ci offre riflessioni preziose, in un'atmosfera calda, familiare, coinciliante ad un'apertura del cuore. "Se non inseriamo valori assoluti nella nostra vita, nessuna relazione che stabiliamo potrà mantenersi e durare a lungo. Se i principi di vita cui facciamo riferimento sono soggetti a spazio e a tempo, le relazioni che intratteniamo saranno ugualmente soggette a spazio e a tempo e dunque destinate ad un'inesorabile consunzione. Lo scopo della vita è introdursi in quella dimensione nella quale possiamo vedere, capire, sentire, realizzare la differenza tra ciò che è nel divenire e ciò che è nell'essere". "Il mio ostacolo", dice uno dei partecipanti, "è la fede intermittente, l'insicurezza, l'incapacità di contestualizzarmi, la difficoltà ad individuare la direzione nella quale voglio andare". Shrila Gurudeva risponde con insegnamenti che vanno dritti al cuore, mentre le persone sono sempre più immerse nell'ascolto. "Nella Bhagavad-gita Shri Krishna spiega che ogni essere è nel suo percorso e ogni percorso è diverso da tutti gli altri: ognuno ha il proprio viaggio da compiere, a seconda delle sue tendenze e delle esperienze che ha fatto nella propria vita. Dice un antico proverbio cinese: chi non conosce il proprio luogo di provenienza non può arrivare al luogo dove desidera andare. Se non riusciamo a contestualizzarci, non saremo capaci di giungere alla nostra destinazione. Talvolta sembra che ci siano forze che lavorano contro di noi, che contrastano con gli obiettivi che ci siamo prefissi, in questo caso l'aspirazione ad una fede stabile. Per risolvere il problema dobbiamo andare innanzitutto alla ricerca delle cause. La causa di una fede discontinua è l'incoerenza nell'agire. La fede è una qualità dell'anima. Non esiste una persona senza fede. Se il soggetto che ha una fede intermittente in Dio e nella realtà spirituale imparasse ad osservarsi, vedrebbe che nel suo caso la fede si è trasferita su qualcos'altro. Neanche per un attimo una persona può vivere senza fede, così come neppure per un attimo una persona può vivere senza amore; però la fede e l'amore si contaminano. Occorre una disciplina, un impegno costante, una scienza da applicare nella nostra vita per purificare la nostra naturale tendenza verso la fede e l'amore. La disciplina della Sadhana-Bhakti permette lo sviluppo di un amore gradualmente sempre più puro, restituendo integrità e armonia alle varie funzioni psichiche affinché non ci sia dispersione di energie verso obiettivi effimeri. Che bellezza quando tutto il nostro essere, quando tutta la nostra vita converge armonicamente verso la nostra evoluzione, verso quell'Uno che dà senso e gioia al nostro percorso nel mondo". Si è creata un'atmosfera speciale. La murti di Shrila Prabhupada risplende vicino a Shrila Gurudeva. Gradualmente le persone vengono introdotte nel cuore della Bhakti. Continua l'apertura del cuore e Shrila Gurudeva offre insegnamenti in risposta alle varie problematiche sollevate dalle persone: "vorrei essere più attenta ai bisogni degli altri; il mio ostacolo è la pigrizia"; "vorrei acquisire più fiducia e stima in me stesso; il mio ostacolo è l'impazienza". Shrila Gurudeva ci racconta una storia del Mahabharata per spiegarci i danni dell'impulsività. Poi prosegue offrendoci strumenti per superare la paura di amare e la paura della solitudine. "Si deve imparare ad amare senza pretese, senza aspettative. Il vero amore non ha un oggetto esclusivo. Per natura l'amore è energia in espansione, che va rivolta verso tutti gli esseri". Una signora dice in pubblico: "Maestro, oggi dopo averlo ascoltato, per la prima volta ringrazio il Signore per la crisi cui mi ha posto di fronte. Perchè capisco che ciò mi sta aiutando a superare i miei limiti." Questa signora, che è un medico, ha trovato per strada una locandina del Seminario qualche ora prima che iniziasse e ha deciso di partecipare. "Ieri ho focalizzato durante la visualizzazione meditativa una bellissima immagine. Ora questa immagine mi ritorna in mente quando penso al problema che sto vivendo e mi fa stare tranquilla, quando prima ero invece colta dall'angoscia". Testimoniamo sul campo che si è messa in moto una nuova prospettiva, più ampia, che sta aiutando la persona a guardare al suo problema da un altro punto di vista, che permette di scorgere la soluzione. Come sempre tutto dipende dalla nostra attitudine interiore. Stasera per alcuni dei presenti è stata una rinascita: come se si fosse spento un motore che produceva un rumore assordante a cui ci si era assuefatti con sofferenza continua. Sono le 21.30. Secondo il programma l'incontro doveva terminare alle ore 20. Le persone presenti continuano a fare domande, a portare all'attenzione loro casi personali. La loro sete di conoscenza trova soddisfazione. E' bello vivere così: illuminandosi l'un l'altro per poi fare ognuno esperienze di crescita nel laboratorio della propria vita.

08 dicembre 2009

Racconti in diretta: Realizzazioni, esperienze, riflessioni spirituali.

Da oggi è attivo questo nuovo spazio dove pubblicheremo insegnamenti di Shrila Gurudeva e diari dei viaggi di Sankirtana!

Il titolo di questa rubrica è: "Racconti in diretta: realizzazioni, esperienze, riflessioni spirituali". Sarà un ulteriore utile strumento per rimanere in contatto con l'opera del nostro Maestro anche quando non si ha la possibilità di una partecipazione in prima persona.