Lecce, 6 Dicembre 2009.
Siamo a Lecce, ospiti di alcuni cari devoti che hanno organizzato per Shriman Matsyavatara Prabhu alcune conferenze pubbliche, incontri devozionali e un seminario sul tema “Pensiero, Azione, Destino”. Oggi è il giorno dedicato al Seminario, che è iniziato ieri pomeriggio. E' il primo Seminario che il nostro Maestro tiene a Lecce. Siamo a Palazzo Turrisi, un palazzo storico del XVII secolo nel centro storico della città, per approfondire la scienza del pensare ed altri insegnamenti finalizzati al risveglio della Bhakti, l'amore puro per Dio e per ogni creatura. É una giornata limpida, con un tiepido sole invernale che riscalda i corpi e illumina le menti. Vi offro con gioia alcuni degli insegnamenti che ascolto e che più mi colpiscono. “Con il nostro campo psico-emotivo pervadiamo l'ambiente attorno a noi e lo influenziamo. La nostra mente dà forma, suono, colore a tutto quel che percepiamo: cose, luoghi, persone, esperienze. La realtà che si rivela ai nostri occhi è solo quella che la mente e i sensi ci permettono di percepire. I limiti che percepiamo sono quelli imposti dalla nostra mente. L'antica saggezza dei rishi vedici e lo Yoga della Bhakti insegnano conoscenze e metodi per la purificazione dei contenuti psichici consci e inconsci, descrivendo le componenti bio-psico-spirituali dell'essere ed aprendo ad una visione cosmica e teleoscopica della vita e del progetto universo. L'essere umano è fatto per conseguire uno scopo. Se si rinnegasse questo scopo o se si sbagliasse nell'identificare lo scopo di valore da raggiungere, l'insoddisfazione e la sindrome depressiva diventerebbero così forti e insostenibili che si attiverebbe immediatamente una pulsione di morte, con la conseguente tendenza inconscia a costruire piani suicidari. È dunque quanto mai fondamentale riuscire a ben definire lo scopo esistenziale che vogliamo conseguire affinché sia veramente corrispondente alle nostre più profonde e ideali aspirazioni: quelle dell'anima. Se impariamo a raccoglierci in noi stessi, nell'essenza, attraverso la preghiera, la meditazione, l'ispirazione e l'intuizione spirituale, potremo fare scelte che saranno veramente le nostre e delle quali non ci pentiremo mai. Perché saremo entrati in contatto con il nostro nucleo, con la cifra essenziale di noi stessi che è la coscienza, il sé spirituale, l'atman, ritrovando la nostra capacità di contestualizzarci nell'universo. Potremo così percorrere la via celeste dell'evoluzione che ci porta in cieli virginali, in prati di smeraldo, avvolti da quella gioia profonda che non dipende da ciò che è esterno ma che sgorga direttamente dal cuore. E' la gioia dell'anima di cui parlano i mistici di tutte le grandi tradizioni spirituali”. Shrila Gurudeva spiega ai partecipanti al Seminario la composizione dell'essere umano: il corpo grossolano (sthula sharira), il corpo sottile (linga sharira), i cinque involucri della personalità (panca kosha), i sette livelli di percezione o bhumi. “Quando la buddhi o intelletto è collegato al purusha, al sé spirituale (Bhagavad-gita II.50), si attiva la funzione trascendente e si realizza la nostra natura più intima di atman. Abbiate coscienza che nessuna forza nell'universo lavora contro di noi. Tutto l'universo tende alla nostra evoluzione, opera per la nostra liberazione, affinché si possa superare ogni ostacolo che ci trattiene a terra, in pensieri automatici, in gabbie psichiche che generano sofferenza, chiusura, buio della coscienza. Abbiamo immense potenzialità di realizzazione, ma per renderle effettive è importante agire in armonia con le forze dell'universo”. Il Seminario prosegue evidenziando la forza terapeutica della meditazione e della parola sacra (vac), il mantra che “libera la mente” dai contenuti involuti, contaminati, e illumina la coscienza. Shrila Gurudeva collega gli insegnamenti antichi dello Yoga della Bhakti alle moderne scoperte scientifiche, ad esempio quella dell'Accademia di Scienze Russe sulla capacità della parola di modificare il DNA. “Gli insegnamenti spirituali, come quelli trasmessi dalle antiche narrazioni puraniche, veicolano immagini, emozioni, pensieri, valori che possono correggere alla radice tendenze inconsce patologiche che rovinano la vita, non solo a noi ma anche alle persone che ci stanno accanto. Le tecniche utilizzate non sono psicoterapeutiche: esse traggono forza e ispirazione dalle dimensioni più elevate della coscienza, quelle che sono oltre i limiti della psiche, che costituiscono la nostra vera natura e alle quali si può attingere attraverso il raccoglimento, la meditazione e un'azione gioiosamente offerta a Dio per l'evoluzione di ogni essere. Il fine della nostra vita è la realizzazione spirituale. Più ci realizziamo più diventiamo gioiosi, perché la nostra natura è la felicità (ananda). Non potremo mai essere felici se non realizziamo noi stessi”. Le persone sono sempre più ispirate. Già rispetto a ieri possiamo vedere quanto si siano aperte, quanto maggiormente siano ricettive, partecipi, desiderose di far propri gli insegnamenti che ricevono. Le loro domande permettono di approfondire la connessione tra pensieri ed emozioni, l'atman come sorgente energetica di tutte le funzioni psicofisiche, le principali tecniche di visualizzazione meditativa. Il tempo scorre velocemente. É già ora di pranzo. Offriamo ai partecipanti Bhagavata Prasada e rispettiamo tutti assieme, seduti in cerchio. Si hanno scambi vivaci, genuini, ispiranti. Il pomeriggio prosegue con una bellissima esperienza di Visualizzazione meditativa. Questa pratica svela nei cuori alcuni segreti dell'immaginazione attiva e di quella speciale modalità del pensiero tradizionalmente definita dhyana, che è ben al di sopra del pensiero ordinario. Ne possiamo sperimentare i frutti in termini di intuizioni, emozioni, visioni, sogni, realizzazioni. Emergono alla coscienza immagini e sentimenti che offrono ai nostri problemi soluzioni che prima d'ora mai avevamo intravisto. Questo nostro stare assieme è dolce, costruttivo, illuminante. Alla fine del Seminario concordiamo con i partecipanti di proseguire l'esperienza l'indomani, nel pomeriggio, a casa del devoto che ci ospita. Vedremo assieme il video appena uscito dell'evento che si è svolto in Palazzo Vecchio a Firenze su “Il Viaggio di Dante e la Bhagavad-gita” e poi proseguiremo con l'analizzare e dare risposte alle riflessioni che i partecipanti al Seminario hanno scritto durante il laboratorio di gruppo sui seguenti temi: come vorrei essere; qual è l'ostacolo principale alla mia realizzazione. Concludiamo l'intensa e bella giornata con un gioioso bhajan offerto alle Divinità di Shri Shri Radha Gopinath. I colori dei loro abiti, oro e bianco, evocano la maestosità e la purezza del Divino che orienta le nostre vite.
Lecce, 7 Dicembre 2009.
La mattina, dopo il programma spirituale e il canto dei Santi Nomi, andiamo in visita al Castello Carlo V del sec. XVI, maestoso e possente, una fortezza nel cuore della città leccese. Shriman Matsyavatara Prabhu ci ricorda che qui si sono svolti atti turpi, tragedie umane, cospirazioni, soprusi. Visitare questi luoghi ci dà occasione di riflettere su quanto possa degradarsi l'essere umano fino a diventare strumento di violenza persino contro i propri simili. La storia è maestra di vita, come dicevano i latini (historia magister vitae): conoscerla è importante per prevenire errori del passato, per rinnovare il nostro desiderio di purezza, di elevazione, di liberazione. Usciti dal castello, mentre camminiamo tra le vie della città, ci fermiamo ad osservare uno spettacolo bellissimo: un albero con radici possenti, così grandi che assomigliano a quelle di un baniano e che rappresenta un panorama davvero insolito nel pullulare di case, strade, palazzi, insegne di negozi. Mentre osserviamo le possenti radici che affondano nel terreno, esprimiamo nel cuore desideri e preghiere al Signore: "Rendici forti, stabili, irremovibili nell'Amore". Se non si mettono radici non si vola. Il pomeriggio ci incontriamo alle ore 16 con i partecipanti del Seminario per guardare assieme il video dell'evento in Palazzo Vecchio a Firenze su: "Il Viaggio di Dante e la Bhagavad-gita". In seguito proseguiamo con la parte finale del Seminario, quella fuori programma che è stata proposta per permettere ulteriori approfondimenti e che le persone hanno accolto con gioia. Siamo una trentina nella casa del devoto che ci ospita. Esaminiamo una ad una le riflessioni dei partecipanti al Seminario sui seguenti temi: come vorrei essere; qual è il mio ostacolo. Shrila Gurudeva ci offre riflessioni preziose, in un'atmosfera calda, familiare, coinciliante ad un'apertura del cuore. "Se non inseriamo valori assoluti nella nostra vita, nessuna relazione che stabiliamo potrà mantenersi e durare a lungo. Se i principi di vita cui facciamo riferimento sono soggetti a spazio e a tempo, le relazioni che intratteniamo saranno ugualmente soggette a spazio e a tempo e dunque destinate ad un'inesorabile consunzione. Lo scopo della vita è introdursi in quella dimensione nella quale possiamo vedere, capire, sentire, realizzare la differenza tra ciò che è nel divenire e ciò che è nell'essere". "Il mio ostacolo", dice uno dei partecipanti, "è la fede intermittente, l'insicurezza, l'incapacità di contestualizzarmi, la difficoltà ad individuare la direzione nella quale voglio andare". Shrila Gurudeva risponde con insegnamenti che vanno dritti al cuore, mentre le persone sono sempre più immerse nell'ascolto. "Nella Bhagavad-gita Shri Krishna spiega che ogni essere è nel suo percorso e ogni percorso è diverso da tutti gli altri: ognuno ha il proprio viaggio da compiere, a seconda delle sue tendenze e delle esperienze che ha fatto nella propria vita. Dice un antico proverbio cinese: chi non conosce il proprio luogo di provenienza non può arrivare al luogo dove desidera andare. Se non riusciamo a contestualizzarci, non saremo capaci di giungere alla nostra destinazione. Talvolta sembra che ci siano forze che lavorano contro di noi, che contrastano con gli obiettivi che ci siamo prefissi, in questo caso l'aspirazione ad una fede stabile. Per risolvere il problema dobbiamo andare innanzitutto alla ricerca delle cause. La causa di una fede discontinua è l'incoerenza nell'agire. La fede è una qualità dell'anima. Non esiste una persona senza fede. Se il soggetto che ha una fede intermittente in Dio e nella realtà spirituale imparasse ad osservarsi, vedrebbe che nel suo caso la fede si è trasferita su qualcos'altro. Neanche per un attimo una persona può vivere senza fede, così come neppure per un attimo una persona può vivere senza amore; però la fede e l'amore si contaminano. Occorre una disciplina, un impegno costante, una scienza da applicare nella nostra vita per purificare la nostra naturale tendenza verso la fede e l'amore. La disciplina della Sadhana-Bhakti permette lo sviluppo di un amore gradualmente sempre più puro, restituendo integrità e armonia alle varie funzioni psichiche affinché non ci sia dispersione di energie verso obiettivi effimeri. Che bellezza quando tutto il nostro essere, quando tutta la nostra vita converge armonicamente verso la nostra evoluzione, verso quell'Uno che dà senso e gioia al nostro percorso nel mondo". Si è creata un'atmosfera speciale. La murti di Shrila Prabhupada risplende vicino a Shrila Gurudeva. Gradualmente le persone vengono introdotte nel cuore della Bhakti. Continua l'apertura del cuore e Shrila Gurudeva offre insegnamenti in risposta alle varie problematiche sollevate dalle persone: "vorrei essere più attenta ai bisogni degli altri; il mio ostacolo è la pigrizia"; "vorrei acquisire più fiducia e stima in me stesso; il mio ostacolo è l'impazienza". Shrila Gurudeva ci racconta una storia del Mahabharata per spiegarci i danni dell'impulsività. Poi prosegue offrendoci strumenti per superare la paura di amare e la paura della solitudine. "Si deve imparare ad amare senza pretese, senza aspettative. Il vero amore non ha un oggetto esclusivo. Per natura l'amore è energia in espansione, che va rivolta verso tutti gli esseri". Una signora dice in pubblico: "Maestro, oggi dopo averlo ascoltato, per la prima volta ringrazio il Signore per la crisi cui mi ha posto di fronte. Perchè capisco che ciò mi sta aiutando a superare i miei limiti." Questa signora, che è un medico, ha trovato per strada una locandina del Seminario qualche ora prima che iniziasse e ha deciso di partecipare. "Ieri ho focalizzato durante la visualizzazione meditativa una bellissima immagine. Ora questa immagine mi ritorna in mente quando penso al problema che sto vivendo e mi fa stare tranquilla, quando prima ero invece colta dall'angoscia". Testimoniamo sul campo che si è messa in moto una nuova prospettiva, più ampia, che sta aiutando la persona a guardare al suo problema da un altro punto di vista, che permette di scorgere la soluzione. Come sempre tutto dipende dalla nostra attitudine interiore. Stasera per alcuni dei presenti è stata una rinascita: come se si fosse spento un motore che produceva un rumore assordante a cui ci si era assuefatti con sofferenza continua. Sono le 21.30. Secondo il programma l'incontro doveva terminare alle ore 20. Le persone presenti continuano a fare domande, a portare all'attenzione loro casi personali. La loro sete di conoscenza trova soddisfazione. E' bello vivere così: illuminandosi l'un l'altro per poi fare ognuno esperienze di crescita nel laboratorio della propria vita.
Siamo a Lecce, ospiti di alcuni cari devoti che hanno organizzato per Shriman Matsyavatara Prabhu alcune conferenze pubbliche, incontri devozionali e un seminario sul tema “Pensiero, Azione, Destino”. Oggi è il giorno dedicato al Seminario, che è iniziato ieri pomeriggio. E' il primo Seminario che il nostro Maestro tiene a Lecce. Siamo a Palazzo Turrisi, un palazzo storico del XVII secolo nel centro storico della città, per approfondire la scienza del pensare ed altri insegnamenti finalizzati al risveglio della Bhakti, l'amore puro per Dio e per ogni creatura. É una giornata limpida, con un tiepido sole invernale che riscalda i corpi e illumina le menti. Vi offro con gioia alcuni degli insegnamenti che ascolto e che più mi colpiscono. “Con il nostro campo psico-emotivo pervadiamo l'ambiente attorno a noi e lo influenziamo. La nostra mente dà forma, suono, colore a tutto quel che percepiamo: cose, luoghi, persone, esperienze. La realtà che si rivela ai nostri occhi è solo quella che la mente e i sensi ci permettono di percepire. I limiti che percepiamo sono quelli imposti dalla nostra mente. L'antica saggezza dei rishi vedici e lo Yoga della Bhakti insegnano conoscenze e metodi per la purificazione dei contenuti psichici consci e inconsci, descrivendo le componenti bio-psico-spirituali dell'essere ed aprendo ad una visione cosmica e teleoscopica della vita e del progetto universo. L'essere umano è fatto per conseguire uno scopo. Se si rinnegasse questo scopo o se si sbagliasse nell'identificare lo scopo di valore da raggiungere, l'insoddisfazione e la sindrome depressiva diventerebbero così forti e insostenibili che si attiverebbe immediatamente una pulsione di morte, con la conseguente tendenza inconscia a costruire piani suicidari. È dunque quanto mai fondamentale riuscire a ben definire lo scopo esistenziale che vogliamo conseguire affinché sia veramente corrispondente alle nostre più profonde e ideali aspirazioni: quelle dell'anima. Se impariamo a raccoglierci in noi stessi, nell'essenza, attraverso la preghiera, la meditazione, l'ispirazione e l'intuizione spirituale, potremo fare scelte che saranno veramente le nostre e delle quali non ci pentiremo mai. Perché saremo entrati in contatto con il nostro nucleo, con la cifra essenziale di noi stessi che è la coscienza, il sé spirituale, l'atman, ritrovando la nostra capacità di contestualizzarci nell'universo. Potremo così percorrere la via celeste dell'evoluzione che ci porta in cieli virginali, in prati di smeraldo, avvolti da quella gioia profonda che non dipende da ciò che è esterno ma che sgorga direttamente dal cuore. E' la gioia dell'anima di cui parlano i mistici di tutte le grandi tradizioni spirituali”. Shrila Gurudeva spiega ai partecipanti al Seminario la composizione dell'essere umano: il corpo grossolano (sthula sharira), il corpo sottile (linga sharira), i cinque involucri della personalità (panca kosha), i sette livelli di percezione o bhumi. “Quando la buddhi o intelletto è collegato al purusha, al sé spirituale (Bhagavad-gita II.50), si attiva la funzione trascendente e si realizza la nostra natura più intima di atman. Abbiate coscienza che nessuna forza nell'universo lavora contro di noi. Tutto l'universo tende alla nostra evoluzione, opera per la nostra liberazione, affinché si possa superare ogni ostacolo che ci trattiene a terra, in pensieri automatici, in gabbie psichiche che generano sofferenza, chiusura, buio della coscienza. Abbiamo immense potenzialità di realizzazione, ma per renderle effettive è importante agire in armonia con le forze dell'universo”. Il Seminario prosegue evidenziando la forza terapeutica della meditazione e della parola sacra (vac), il mantra che “libera la mente” dai contenuti involuti, contaminati, e illumina la coscienza. Shrila Gurudeva collega gli insegnamenti antichi dello Yoga della Bhakti alle moderne scoperte scientifiche, ad esempio quella dell'Accademia di Scienze Russe sulla capacità della parola di modificare il DNA. “Gli insegnamenti spirituali, come quelli trasmessi dalle antiche narrazioni puraniche, veicolano immagini, emozioni, pensieri, valori che possono correggere alla radice tendenze inconsce patologiche che rovinano la vita, non solo a noi ma anche alle persone che ci stanno accanto. Le tecniche utilizzate non sono psicoterapeutiche: esse traggono forza e ispirazione dalle dimensioni più elevate della coscienza, quelle che sono oltre i limiti della psiche, che costituiscono la nostra vera natura e alle quali si può attingere attraverso il raccoglimento, la meditazione e un'azione gioiosamente offerta a Dio per l'evoluzione di ogni essere. Il fine della nostra vita è la realizzazione spirituale. Più ci realizziamo più diventiamo gioiosi, perché la nostra natura è la felicità (ananda). Non potremo mai essere felici se non realizziamo noi stessi”. Le persone sono sempre più ispirate. Già rispetto a ieri possiamo vedere quanto si siano aperte, quanto maggiormente siano ricettive, partecipi, desiderose di far propri gli insegnamenti che ricevono. Le loro domande permettono di approfondire la connessione tra pensieri ed emozioni, l'atman come sorgente energetica di tutte le funzioni psicofisiche, le principali tecniche di visualizzazione meditativa. Il tempo scorre velocemente. É già ora di pranzo. Offriamo ai partecipanti Bhagavata Prasada e rispettiamo tutti assieme, seduti in cerchio. Si hanno scambi vivaci, genuini, ispiranti. Il pomeriggio prosegue con una bellissima esperienza di Visualizzazione meditativa. Questa pratica svela nei cuori alcuni segreti dell'immaginazione attiva e di quella speciale modalità del pensiero tradizionalmente definita dhyana, che è ben al di sopra del pensiero ordinario. Ne possiamo sperimentare i frutti in termini di intuizioni, emozioni, visioni, sogni, realizzazioni. Emergono alla coscienza immagini e sentimenti che offrono ai nostri problemi soluzioni che prima d'ora mai avevamo intravisto. Questo nostro stare assieme è dolce, costruttivo, illuminante. Alla fine del Seminario concordiamo con i partecipanti di proseguire l'esperienza l'indomani, nel pomeriggio, a casa del devoto che ci ospita. Vedremo assieme il video appena uscito dell'evento che si è svolto in Palazzo Vecchio a Firenze su “Il Viaggio di Dante e la Bhagavad-gita” e poi proseguiremo con l'analizzare e dare risposte alle riflessioni che i partecipanti al Seminario hanno scritto durante il laboratorio di gruppo sui seguenti temi: come vorrei essere; qual è l'ostacolo principale alla mia realizzazione. Concludiamo l'intensa e bella giornata con un gioioso bhajan offerto alle Divinità di Shri Shri Radha Gopinath. I colori dei loro abiti, oro e bianco, evocano la maestosità e la purezza del Divino che orienta le nostre vite.
Lecce, 7 Dicembre 2009.
La mattina, dopo il programma spirituale e il canto dei Santi Nomi, andiamo in visita al Castello Carlo V del sec. XVI, maestoso e possente, una fortezza nel cuore della città leccese. Shriman Matsyavatara Prabhu ci ricorda che qui si sono svolti atti turpi, tragedie umane, cospirazioni, soprusi. Visitare questi luoghi ci dà occasione di riflettere su quanto possa degradarsi l'essere umano fino a diventare strumento di violenza persino contro i propri simili. La storia è maestra di vita, come dicevano i latini (historia magister vitae): conoscerla è importante per prevenire errori del passato, per rinnovare il nostro desiderio di purezza, di elevazione, di liberazione. Usciti dal castello, mentre camminiamo tra le vie della città, ci fermiamo ad osservare uno spettacolo bellissimo: un albero con radici possenti, così grandi che assomigliano a quelle di un baniano e che rappresenta un panorama davvero insolito nel pullulare di case, strade, palazzi, insegne di negozi. Mentre osserviamo le possenti radici che affondano nel terreno, esprimiamo nel cuore desideri e preghiere al Signore: "Rendici forti, stabili, irremovibili nell'Amore". Se non si mettono radici non si vola. Il pomeriggio ci incontriamo alle ore 16 con i partecipanti del Seminario per guardare assieme il video dell'evento in Palazzo Vecchio a Firenze su: "Il Viaggio di Dante e la Bhagavad-gita". In seguito proseguiamo con la parte finale del Seminario, quella fuori programma che è stata proposta per permettere ulteriori approfondimenti e che le persone hanno accolto con gioia. Siamo una trentina nella casa del devoto che ci ospita. Esaminiamo una ad una le riflessioni dei partecipanti al Seminario sui seguenti temi: come vorrei essere; qual è il mio ostacolo. Shrila Gurudeva ci offre riflessioni preziose, in un'atmosfera calda, familiare, coinciliante ad un'apertura del cuore. "Se non inseriamo valori assoluti nella nostra vita, nessuna relazione che stabiliamo potrà mantenersi e durare a lungo. Se i principi di vita cui facciamo riferimento sono soggetti a spazio e a tempo, le relazioni che intratteniamo saranno ugualmente soggette a spazio e a tempo e dunque destinate ad un'inesorabile consunzione. Lo scopo della vita è introdursi in quella dimensione nella quale possiamo vedere, capire, sentire, realizzare la differenza tra ciò che è nel divenire e ciò che è nell'essere". "Il mio ostacolo", dice uno dei partecipanti, "è la fede intermittente, l'insicurezza, l'incapacità di contestualizzarmi, la difficoltà ad individuare la direzione nella quale voglio andare". Shrila Gurudeva risponde con insegnamenti che vanno dritti al cuore, mentre le persone sono sempre più immerse nell'ascolto. "Nella Bhagavad-gita Shri Krishna spiega che ogni essere è nel suo percorso e ogni percorso è diverso da tutti gli altri: ognuno ha il proprio viaggio da compiere, a seconda delle sue tendenze e delle esperienze che ha fatto nella propria vita. Dice un antico proverbio cinese: chi non conosce il proprio luogo di provenienza non può arrivare al luogo dove desidera andare. Se non riusciamo a contestualizzarci, non saremo capaci di giungere alla nostra destinazione. Talvolta sembra che ci siano forze che lavorano contro di noi, che contrastano con gli obiettivi che ci siamo prefissi, in questo caso l'aspirazione ad una fede stabile. Per risolvere il problema dobbiamo andare innanzitutto alla ricerca delle cause. La causa di una fede discontinua è l'incoerenza nell'agire. La fede è una qualità dell'anima. Non esiste una persona senza fede. Se il soggetto che ha una fede intermittente in Dio e nella realtà spirituale imparasse ad osservarsi, vedrebbe che nel suo caso la fede si è trasferita su qualcos'altro. Neanche per un attimo una persona può vivere senza fede, così come neppure per un attimo una persona può vivere senza amore; però la fede e l'amore si contaminano. Occorre una disciplina, un impegno costante, una scienza da applicare nella nostra vita per purificare la nostra naturale tendenza verso la fede e l'amore. La disciplina della Sadhana-Bhakti permette lo sviluppo di un amore gradualmente sempre più puro, restituendo integrità e armonia alle varie funzioni psichiche affinché non ci sia dispersione di energie verso obiettivi effimeri. Che bellezza quando tutto il nostro essere, quando tutta la nostra vita converge armonicamente verso la nostra evoluzione, verso quell'Uno che dà senso e gioia al nostro percorso nel mondo". Si è creata un'atmosfera speciale. La murti di Shrila Prabhupada risplende vicino a Shrila Gurudeva. Gradualmente le persone vengono introdotte nel cuore della Bhakti. Continua l'apertura del cuore e Shrila Gurudeva offre insegnamenti in risposta alle varie problematiche sollevate dalle persone: "vorrei essere più attenta ai bisogni degli altri; il mio ostacolo è la pigrizia"; "vorrei acquisire più fiducia e stima in me stesso; il mio ostacolo è l'impazienza". Shrila Gurudeva ci racconta una storia del Mahabharata per spiegarci i danni dell'impulsività. Poi prosegue offrendoci strumenti per superare la paura di amare e la paura della solitudine. "Si deve imparare ad amare senza pretese, senza aspettative. Il vero amore non ha un oggetto esclusivo. Per natura l'amore è energia in espansione, che va rivolta verso tutti gli esseri". Una signora dice in pubblico: "Maestro, oggi dopo averlo ascoltato, per la prima volta ringrazio il Signore per la crisi cui mi ha posto di fronte. Perchè capisco che ciò mi sta aiutando a superare i miei limiti." Questa signora, che è un medico, ha trovato per strada una locandina del Seminario qualche ora prima che iniziasse e ha deciso di partecipare. "Ieri ho focalizzato durante la visualizzazione meditativa una bellissima immagine. Ora questa immagine mi ritorna in mente quando penso al problema che sto vivendo e mi fa stare tranquilla, quando prima ero invece colta dall'angoscia". Testimoniamo sul campo che si è messa in moto una nuova prospettiva, più ampia, che sta aiutando la persona a guardare al suo problema da un altro punto di vista, che permette di scorgere la soluzione. Come sempre tutto dipende dalla nostra attitudine interiore. Stasera per alcuni dei presenti è stata una rinascita: come se si fosse spento un motore che produceva un rumore assordante a cui ci si era assuefatti con sofferenza continua. Sono le 21.30. Secondo il programma l'incontro doveva terminare alle ore 20. Le persone presenti continuano a fare domande, a portare all'attenzione loro casi personali. La loro sete di conoscenza trova soddisfazione. E' bello vivere così: illuminandosi l'un l'altro per poi fare ognuno esperienze di crescita nel laboratorio della propria vita.
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