Dopo il conseguimento di un successo spesso si verifica un fenomeno psicologico che in altre occasioni ho spiegato e definito “la crisi del giorno dopo”. Questa dinamica avviene anche a seguito del conseguimento di successi di natura spirituale, a seguito dei quali non raramente si scatenano forze titaniche oscure, dentro e fuori di noi, che ci mettono alla prova e attaccano la nostra stabilità, la maturazione avvenuta, il nostro accresciuto livello di consapevolezza. Shrila Prabhupada spiega questo fenomeno dicendo che è Maya che si ribella o che fa di tutto per mettere alla prova la nostra ascesa evolutiva. In queste occasioni, come del resto in ogni evento difficile o crisi della vita, se le forze interne sono sufficientemente salde e resistenti, niente che accade all’esterno potrà ostacolare o danneggiare il nostro sviluppo, le nostre certezze acquisite e consolidate. L’invidia, il possesso, la smania di potere, la volontà di sopraffazione, l’egoismo, la lussuria, l’avidità ed altri condizionamenti che caratterizzano l’esistenza incarnata sono cose ordinarie in questo mondo che vive sotto il dominio dei guna. Quando ci si adopera per liberarsi da queste catene si compie un’impresa sovraumana, come quella di eroi che cercano di conquistare un ordine di natura superiore. Quell’ordine etico-cosmico in cui l’anima desidera stabilmente vivere e dimorare. Chi si impegna in tale affascinante impresa attraverso la pratica della Bhakti, per riscoprire quell’Ordine supremo e anche ciò che lo trascende in quanto sua fonte od origine divina, deve fare molta attenzione a tenere ben saldo il “timone” della propria vita, perché certamente arriveranno ondate, tsunami, tempeste; ci saranno qua e là scogli contro i quali la nave si scontrerà se non si è vigili, perché chi è disattento finisce facilmente alla deriva. Questo insegnamento è particolarmente importante per coloro tra voi che hanno ricevuto da poco la sacra Diksha, ma per estensione per tutti coloro che sono iniziati o che comunque stanno impegnandosi in un percorso evolutivo. Maya ci attacca quando ci sono ancora semi negativi nell’inconscio frutto di esperienze compiute quando ancora non discernevamo tra ordine e disordine, tra sat e asat, tra realtà e illusione. Se avete riconquistato quell’Ordine divino con la sacra Diksha, adesso avete il dovere di proteggerlo con tutto il vostro essere per non ritornare nella posizione in cui eravate. I ladri non ci attaccano quando visibilmente non portiamo addosso nessun tesoro, ma quando possediamo oggetti preziosi allora diventiamo un interessante bersaglio e dobbiamo muoverci con cautela, attenzione, lungimiranza. Il tesoro che abbiamo da difendere è la pianticella della Bhakti (Bhakti-lata-bija), come spiega Shri Caitanya a Rupa Gosvami negli insegnamenti che gli elargisce a Prayag. Il seme della pianticella spirituale all’inizio è fragilissimo. Lata significa “virgulto” verde, giovane, tenero. Con la Diksha riceviamo dal Maestro spirituale il seme della pianticella della Bhakti e Shri Caitanya insegna che il devoto dovrebbe diventare un esperto giardiniere, attento a sradicare immediatamente erbacce che crescono attorno alla Bhakti-lata-bija e che – se attecchiscono - la fanno inaridire e morire. L’esperto giardiniere deve essere attento a strappare una ad una le erbacce appena nascono. Shri Caitanya spiega a Rupa Gosvami che il mostro del peccato tende continuamente a ripresentarsi nella nostra vita per insidiare e compromettere la nostra propensione alla Bhakti; in termini psicologici ciò avviene quando nell’inconscio non sono stati ancora completamente sradicati i condizionamenti, i semi delle “male piante”. Attraverso la Diksha tale processo di purificazione interiore viene attivato in maniera potente, ma affinché esso giunga a completamento occorre che sia sostenuto e continuamente alimentato da abhyasa, la pratica spirituale costante, e da vairagya, il distacco emotivo da tutto ciò che è mondano. La meditazione sui Nomi divini (Harinama japa), l’adorazione delle Divinità, il servizio devozionale, il rispetto dei principi del Dharma, lo studio delle Scritture, sono alcune delle componenti essenziali della disciplina spirituale della Sadhana Bhakti necessaria per sradicare le piante velenose che ancora persistono nel nostro cuore, per destrutturare i samskara ancora virulenti depositati nell’inconscio. Soprattutto quel che è fondamentale è ricercare rigorosamente la compagnia di devoti elevati che ci possano ispirare alla Bhakti con i loro insegnamenti, con il loro stesso comportamento e modello di vita. Diventate vaishnava accorti, attenti, responsabili, leali, onesti, fedeli, profondamente dedicati alle pratiche della Bhakti e come esperti giardinieri saprete curare la vostra pianticella della Devozione, che si svilupperà rapidamente e rapidamente diventerà capace di raggiungere la dimensione divina di Goloka Vrindavana. I frutti della vostra Bhakti-lata verranno colti direttamente da Krishna come frutti maturi e dolci: la dolcezza spirituale della Bhakti. Ora che avete ricevuto la sacra Diksha non pensate di essere arrivati, in verità siete appena partiti; evitate di fare subito un incidente e di distruggere in un attimo di disattenzione tutto quel che finora avete costruito. Diventate giardinieri esperti e non permettete alla rampicante del peccato di abbarbicarsi sul tenero virgulto della Bhakti-lata, perché la soffocherebbe fino ad ucciderla. La purezza è la forza e la purezza è possibile quando si coltivano lealtà, onestà, fedeltà, gratitudine. Senza questi principi da mettere in pratica nella nostra vita quotidiana non si può conseguire nessun tipo di successo, tantomeno nella vita spirituale. Adesso che attraverso il vostro Maestro spirituale avete ricevuto la misericordia di Shrila Prabhupada e degli Acarya precedenti sta a voi fare lo sforzo che vi compete per conseguire l’obiettivo cui aspirate. Io continuerò ad esserci, a sostenervi, a proteggervi, ma voi dovete fare la vostra parte e metterci tutto il vostro impegno.L’impresa che stiamo compiendo è miracolosa, ha valore inestimabile, non può essere valutata in termini materiali. Essa consiste nella trasformazione delle umane passioni, conduce all’elevazione della coscienza attraverso quel processo alchemico che trasforma la persona vile in persona nobile ed evoluta. I pericoli e le sfide che incontreremo lungo il cammino sono molti, ma l’impegno costante nella pratica della Bhakti ci permette di non sentirci agitati per le difficoltà incombenti: il devoto confida in Hari, Guru e Vaishnava, nella Loro speciale divina protezione. Le Scritture ci spiegano come modellare il nostro comportamento; il Maestro spirituale e i vaishnava ci aiutano e ci guidano con il loro stesso esempio e ci offrono tutti gli strumenti necessari per lavorare alla nostra rieducazione, per difenderci dai pericoli, per evitare atteggiamenti e comportamenti sbagliati che ancora la mente continuerà a proporci. Nell’inconscio covano samskara distruttivi e autodistruttivi che la Diksha può mandare in cenere ma quest’ultima rappresenta l’avvio di tale processo, non il suo completamento. Risulta perciò indispensabile l’impegno personale continuo e costante per alimentare la fiamma della passione dell’Amore per Dio che può rendere innocuo ogni ostacolo e mandare in fumo ogni condizionamento. Non illudetevi che le false concezioni che avete immagazzinato nel passato cessino di esercitare la loro influenza dal giorno dopo la Diksha: a voi il compito di resistervi, di predisporvi al 100% delle vostre possibilità per difendervi e dove voi non arrivate stiate sicuri che il contributo mancante lo forniranno Hari, Guru e Vaishnava.
Camminate con grande cautela su questo filo di rasoio che è la via iniziatica; se sbagliate un passo vi ferite: un errore, una risposta sbagliata, aprire la porta ad una pericolosa energia che prende e sovrasta. Se bevete anche solo una goccia di arsenico è finita. Siate responsabili, scegliete accuratamente desideri, pensieri, parole, compagnie, e quando vi accorgete di aver commesso un errore predisponetevi subito a correggervi, prima che sia troppo tardi e che da una piccola deviazione iniziale si perda la Via. Finalmente una vita di responsabilità! Come dice Dante nella Divina Commedia: “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”. Gli animali vivono alla giornata, percepiscono il mondo ma non se stessi. Solo nella forma umana c’è la possibilità di capire chi siamo, dove siamo e dove vogliamo andare, qual è l’obiettivo del nostro vivere. Abbiamo strumenti di valutazione e orientamento per creare lo scenario che desideriamo e noi collocarci in esso. La vita iniziatica è meravigliosa, ma è anche di grande impegno e di responsabilità. Siate prudenti nella consapevolezza che in questo mondo la caduta, la deviazione dal retto sentiero è la normalità. Quando si è compreso il senso dell’esistenza come si fa ad agire incoerentemente? È l’inferno, è la lacerazione, è la schizofrenia. La Bhakti cura questa devastante malattia della coscienza, ma si deve fare sul serio, impegnandosi senza calcoli di natura egoistica per il raggiungimento del più alto fine che è il puro Amore per Dio e tutti gli esseri, e gradualmente l’anima riscoprirà il suo mondo, diventerà completamente appagata, soddisfatta con quel che ha, non cercherà più cose all’esterno perché avrà realizzato tutto in sé.
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