20 giugno 2009

'Introduzione alla Sociologia e ai Rapporti Interpersonali (Parte Terza)' di Shriman Matsyavatara Prabhu.

DOMANDA: È giusto suggerire ad una donna di risposarsi anche se ha già figli? Inoltre: il suo rifugio è solo il marito, o anche il maestro spirituale?

Partendo dall’ultima domanda: la figura del marito e quella del guru non dovrebbero mai essere sovrapposte, a parte nei rari casi in cui una donna ha per marito un guru o una persona illuminata - com’era ad esempio il caso di Maitreyi nei confronti di Yajnavalkya. Il maestro spirituale può offrire un certo tipo di riferimento, ma certi bisogni di tipo sociale una donna con figli può decidere di assolverli da sola, oppure in compagnia di un marito. Certe volte per una donna sola è difficile educare i figli, specialmente i figli maschi che, giunti all’adolescenza, hanno un terribile bisogno del padre. Una donna particolarmente forte, e anche rara, può farcela anche da sola, con l’aiuto di una famiglia molto solidale. Nella società tradizionale c’erano i nonni, gli zii, i cognati, tante persone che costituivano una sorta di piattaforma di sostegno. La società moderna ha prodotto una famiglia molto debole. Lui e lei che vanno a vivere in un appartamentino, poi a causa di conflitti uno dei due rimane solo e la famiglia non c’è più, è disgregata. Molte famiglie di oggi sono costituite da individui fragili, che non hanno la capacità di sopportare le onde ripetute delle difficoltà. Venendo al punto io non vedo una grande soluzione nel ri-sposarsi; soprattutto quando ci sono figli a carico. Ma non si può porre un veto assoluto perché, come dicevo poc’anzi, esistono molte categorie umane, e tra queste ve ne sono molte fragili psicologicamente, che se non hanno la possibilità di ricevere un sostegno e un nuovo affetto crollano definitivamente, diventando pesi insostenibili per la società. Non possiamo emettere sentenze unilaterali assolute; la società di oggi non ce lo permette, in quanto si è frammentata a dismisura, creando tutta una serie di diritti-doveri che costituiscono una matassa inestricabile. Nella società tradizionale le persone vivevano per la maggior parte in campagna. In campagna spesso è sufficiente avere un orto per sopravvivere. A Milano centro, o nel cuore di qualsiasi altra città è difficile vivere con un orto. Al di là poi della sopravvivenza fisica dobbiamo anche sottolineare l’importanza della solidarietà e delle relazioni umane che nelle megalopoli, nelle metropoli superabitate e trafitte dalla solitudine, sono veramente rare. Dunque, quel che prima era inauspicabile, oggi può essere una dolorosa necessità, quasi da raccomandare, seppur non sempre e non senza avere conosciuto precisamente il caso in questione. Sul Maestro spirituale a volte si proiettano aspettative esagerate. Il Maestro spirituale ha una funzione metafisica, e deve aiutare nel mondo fisico per dirigere il viaggio verso la dimensione spirituale. Non è un consulente del lavoro, non è un consulente familiare, non è un consulente per i disturbi dell’infanzia. Tutto questo può essere sottoposto al guru, e questi può avere un’apertura mentale e una cultura eclettica tali da poter aiutare in numerose occasioni; ma deve essere compreso che quell’aiuto non è per accomodarsi nel mondo materiale, è per superarlo e trascenderlo. Dunque, non si dovrebbe appesantire inutilmente il Maestro spirituale, quando altri possono risolvere problemi di loro specifica competenza. Spesso i problemi delle persone sono generati da loro stessi, soprattutto da pretese che nessun uomo o donna potrebbe mai soddisfare; i modelli messi in circolazione dai media sono artificiali. Programmi spazzatura come “Beautiful” propongono dei non valori, modelli di vita totalmente artificiali che entrano profondamente nella psiche profonda, anche in forma subliminale, e quando poi vengono applicati, anche inconsciamente, si creano impossibilità di convivenza, impossibilità di cooperazione, perché magari si pretende che il coniuge corrisponda a certi pesudo-modelli di uomo e di donna. L’interesse delle industrie, gli interessi economici, gli interessi della politica bombardano pesantemente e contribuiscono alla formazione di modelli che rendono la convivenza e in generale il mondo delle relazioni molto difficile. Comunque, come dico spesso, la massa è solo un concetto astratto, esistono gli individui e la società, che è costituita dall’interazione di individui. Dunque dobbiamo sempre partire da noi stessi, migliorando la nostra attitudine e il nostro personale comportamento. Agire bene rende anche sani e mantiene la persona più longeva possibile. Circa venti anni fa, feci una trasmissione radio il cui titolo era: “Essere onesti conviene”. Detti volutamente alla trasmissione un titolo provocatorio, perché volevo collegare il punto di vista economico a quello sociologico, a quello medico, a quello psicologico, sociologico e spirituale. Una persona che agisce in maniera scorretta crea una serie di conflitti prima di tutto intrapersonali, poi anche sul piano interpersonale e dunque sociale. Perciò, aiutando le persone a seguire con rettitudine i princìpi attraverso i quali ci si può armonizzare con l’ordine cosmico e quindi con la volontà divina, significa sicuramente aiutarle anche in ogni ambito dell’esistenza secolare. Se analizziamo in maniera approfondita i principi di yama e niyama, che si trovano riassunti nei quattro principi regolatori della tradizione Vaishnava, possiamo constatare come implichino ed aiutino a sviluppare un alto livello di igiene psicofisica, e di riflesso anche sociale. Gli strumenti per migliorare la nostra esistenza anche in quest’era e in questa società ci sono tutti, basta applicarli con rigore ed elasticità al tempo stesso.

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