12 marzo 2009

'La Condivisione' di Shriman Matsyavatara Prabhu.

Non c'è condivisione superiore a quella che avviene sul piano spirituale. Non possiamo immaginare condivisione più appagante, completa e perfetta di questa. Altri tipi di condivisione sono in realtà solo illusioni, senza scambi profondi né reale comunione. Se purifichiamo il nostro cuore dagli anartha, attraverso la pratica costante di shravana e kirtana, riusciremo a percepire, vivere ed apprezzare sempre più la condivisione sul piano spirituale. Ciechi e stolti sono coloro che non comprendono la grandezza, la fortuna, il valore immenso della compagnia del Maestro Spirituale che possiamo assaporare e sperimentare se seguiamo con completo assorbimento e pura devozione il Suo esempio e i Suoi insegnamenti. Le Murti sono la presenza stessa del Signore, ma chi è assediato dagli anartha, ad esempio dalla bramosia egoica o dall'invidia, non può vedere che statue e non riesce a percepire quel flusso intenso, sempre crescente, traboccante di Affetto e Amore che scorre tra il devoto e la Divinità. Anche gli insegnamenti degli Shastra o le parole del Maestro spirituale, che sono rare perle in questo mondo, di unico ed inestimabile valore, rimangono oggetti muti e aridi, quasi scontati o banali, per chi non si impegna con serietà, entusiasmo e vigore nel processo essenziale della Sadhana Bhakti. Ho purtroppo visto tante persone cadere, proprio perchè la contaminazione del cuore le aveva private di gusto per la vita spirituale, le aveva fatte cedere ad una familiarità malsana verso il Guru, il Prasadam, le Murti, il Servizio devozionale, l'eccelsa meditazione sui Nomi divini, che purtroppo non riuscivano più ad essere da loro apprezzati e valorizzati per la loro grandezza unica. Questo tipo di familiarità malata uccide la comprensione e la devozione. Nei momenti di crisi provate a pensare a quali potrebbero essere le alternative alla vita che state conducendo e capirete, se sarete in grado di accogliere la Misericordia di Guru e Krishna, che in realtà non vi sono alternative, perché sarebbe come privarsi della vita per andare incontro alla morte. Il piacere e i desideri spirituali sono per loro natura in continua, infinita espansione, ma ciò che li contraddistingue dalle passioni mondane che mai si placano è la natura di beatitudine che sempre accompagna ogni stato dell'essere che vibra di una coscienza elevata. Anche la sofferenza delle Gopi quando piangevano per la separazione da Krishna era comunque intrisa di piacere e felicità indicibili, anzi la separazione accresceva d'intensità questi sentimenti, perché la loro devozione e il loro amore puro le teneva in costante comunione con il loro Amato, oltre i limiti di spazio e tempo. Non c'era in loro reale separazione da Dio. E' sempre dunque l'elevazione e la purificazione della nostra coscienza e del nostro cuore che dobbiamo ricercare per riuscire ad apprezzare la Realtà spirituale che in noi è sempre presente e che riusciremo a cogliere in proporzione al nostro livello di realizzazione.

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